PERCHE' IL BUSINESS PLAN

Oggi, è sempre più rischioso improvvisare e non è più possibile entrare in un mercato, o avviare nuovi business, confidando soltanto nella possibilità di imparare dagli errori, correggendo il tiro strada facendo. Infatti, gli errori oggi costano molto di più, rispetto a qualche tempo fa.

Un solo errore strategico potrebbe addirittura compromettere l’opportunità di realizzare un’idea valida di business o minare la sopravvivenza futura dell’azienda.

IL PIANO D' IMPRESACOS' E' UN BUSINESS PLANPUNTI CRITICI
Avviare una nuova iniziativa imprenditoriale, o ristrutturare quella esistente significa sfidare il mercato cercando sviluppo. Questo, in un ambiente dove gli spazi sono sempre più stretti. Tuttavia, esistono (e continueranno ad esistere in futuro) sempre nuove opportunità, soprattutto per chi è disposto ad affrontare un percorso di preparazione e di ricerca specifico, con l’obiettivo di pianificare e tenere sotto controllo il rischio che – proprio nella fase di “start up” di una nuova iniziativa, o di un cambiamento – condiziona le possibilità dell’impresa di sopravvivere. Di qui l’esigenza di elaborare il cosiddetto business plan: il piano d’impresa che – attraverso la simulazione – individua la fattibilità e traccia la rotta verso la realizzazione dell’obiettivo strategico.
Il cosiddetto business plan non è soltanto un “documento” con dei numeri; è un vero e proprio processo di valutazione del progetto imprenditoriale ed è utile soprattutto all’imprenditore il quale – mediante il business plan – codifica, in modo strutturato ed analitico, la propria intuizione. Il business plan, pertanto, persegue l’obiettivo di esplorare preventivamente tutti gli aspetti della nuova iniziativa, o del cambiamento, valutando (anche mediante la simulazione) le conseguenze delle diverse possibili scelte strategiche, organizzative, finanziarie, produttive e commerciali. Tutto ciò, con riferimento ad un orizzonte temporale di medio e lungo periodo. Il processo di compilazione del business plan si concretizza, infine, in un documento di presentazione della nuova iniziativa (o dell’iniziativa rinnovata), compendio di cultura d’impresa indispensabile per consentire all’imprenditore, nonché a potenziali investitori e finanziatori di valutare l’attrattività e la rischiosità di un possibile investimento.
Un punto critico di ogni business plan è sicuramente la previsione dei ricavi. Su questo aspetto, infatti, molti progetti sono falliti. Lo studio preliminare di fattibilità, pertanto, deve riservare particolare cura all’analisi delle motivazioni per le quali i clienti che si vogliono servire, dovrebbero essere attratti dai prodotti/servizi dell’impresa, rispetto a quelli dei relativi concorrenti diretti. In altri termini, è fondamentale valutare correttamente la sostenibilità del business, guardando al mercato. Un altro punto critico riguarda la congruenza delle informazioni: la necessità di valutare, in modo coerente, tutti gli aspetti della nuova iniziativa o dell’azienda da ristrutturare. Per questo il business plan particolarmente valido è redatto dal consulente che riunisce la competenza in tutte le discipline di management (Marketing, Vendite, Produzione, Logistica, Organizzazione, Gestione, Amministrazione, Finanza e rispettive interazioni).

CONTENUTI DEL BUSINESS PLAN

Il business plan da presentare ad enti finanziatori potenziali deve contenere:

  1. La descrizione della “business idea” (progetto d’impresa o d’investimento) con la definizione del tipo d’impresa che s’intende far nascere e sviluppare (o riconfigurare);
  2.  
  3. La presentazione dell’imprenditore, degli animatori del progetto e del team di collaboratori, identificandone ruoli ed esperienze maturate;
  4.  
  5. Le indicazioni relative al mercato ed al target specifico di clientela, alla concorrenza ed ai fattori critici di successo (punti di forza e punti di debolezza, rispetto al mercato);

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L' ANALISI STRATEGICA

La descrizione del “marketing mix” proposto al mercato, cioè dell’offerta aziendale dal punto di vista di:

  • prodotto/servizio;
  • politica di prezzo,coerente alla strategia di marketing (“premium-price”, allineamento, aggressione);
  • scelta dei canali di vendita, della conseguente organizzazione commerciale, nonché delle politiche commerciali;
  • piano di comunicazione (ipotesi di sviluppo dell’immagine aziendale, media/canali di comunicazione, tipologie di campagne di marketing e relativi investimenti).
 

Ciò, fino a sviluppare ipotesi ragionate sugli obiettivi di vendita;

 
  • la fattibilità tecnica del progetto, riguardo al processo produttivo, alla necessità di investimenti strutturali, all’impiego di manodopera, al ricorso all’outsourcing e alla necessità di servizi (energia, servizi informatici, servizi logistici, ecc );
  • la fattibilità economico/finanziaria nel medio periodo (almeno triennale), con l’indicazione del fabbisogno finanziario complessivo e delle relative coperture (investimenti strutturali, immateriali e per il capitale circolante).
  • a seconda del settore di riferimento, può essere utile sviluppare anche la valutazione eventuale dell’impatto ambientale del progetto;
  • il piano temporale (Gantt) di sviluppo articolato delle attività, degli investimenti e della struttura organizzativa.

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